Un progetto ideato e musicato da Michele Amadori. Realizzato grazie al crowdfunding e all'aiuto dei soliti amici.
Prodotto, registrato e missato da Alberto Lombardi al Belair Studio - Albano - RM.
Progetto grafico: Adriano Corapi
Ufficio stampa: Valentina Milano Comunicazioni
Musica per ascensori

(A. Hellmann - M. Amadori)

10 euro con consumazione Per vederlo da vicino
Per qualcuno era un artista E per gli altri era un cretino
Diceva vino al vino E diceva pane al pane
Era l'ultimo dei cantautori Era il primo dei morti di fame
Vennero i cercatori d'oro Col salvadanaio in tasca
Gli fu chiaro che con quell'osso Non c'era da farci festa
Dopo che l'ebbero ascoltato Per poco meno d'un minuto
Lo invitarono ad accomodarsi Fuori in strada a calci in culo
E mentre nell'aria si riversava Una musica per ascensori
Dissero in coro “chi è dentro è dentro” E, manco a dirlo, chi è fuori è fuori
E quando le radio sciorinarono Le canzoni del momento
Sentì che solo lui era fuori E tutti gli altri erano dentro
Fu forse un po' affrettato Il giudizio sulla sua arte
Di sicuro fecero presto a impararla E a metterla da parte
Poi giurarono d’averlo visto Annegare tra le poltrone
Mentre tutto l’olio del mondo Soffriggeva in televisione
E tra una coscia e un’insalata La velina del telegiornale
Annunciava la sua ricetta Dell’uomo sano, dell’uomo normale
Fu un attimo rendersi conto Che non stava troppo bene
Glielo disse lo psicanalista E glielo disse il suo barbiere
E mentre nell’aria si riversava Una musica per ascensori
Dissero in coro “chi è dentro è dentro” E, manco a dirlo, chi è fuori è fuori
Era sempre fuori tempo Era sempre fuori posto
Come un albero di Natale Sulla spiaggia a ferragosto
Quando volo giù dalla finestra Come un angelo sul cemento
Dissero tutti che era solo E che era solo questione di tempo
E per archiviare il caso Col benestare dei parenti
Gli intitolarono una sala Bingo E un concorso per emergenti

Bene

(A. Hellmann - M. Amadori)

Bene
Che splendi nel mattino E chiami anche me al sorriso
Bene Bene che non sei altro
Prenditi questo schiaffo E avremo diviso tutto
Bene Fallo per il mio bene
Prendi questo pensiero che viene A farmi ombra al cuore
Il pensiero che un giorno Potrei non averti accanto
A farmi primavera intorno E spero non incontri me quel giorno
Perché da quel momento Tutto questo girotondo
Di cose da vedere e da fare Io da solo non lo potrei sopportare
Bene Che sei tutto e sembri niente
Prendi questo peso di sale Se ne sei capace
Bene Come siamo stati bene
Tutto questo bene
Bene Fallo per il mio bene
Prendi questo pensiero che viene A farmi ombra al cuore
Il pensiero che un giorno Potrei non averti accanto
A farmi primavera intorno E spero non incontri me quel giorno
Perché da quel momento Tutto questo girotondo
Di cose da vedere e da fare
Io da solo non lo potrei sopportare

Per nome

(A. Hellmann - M. Amadori)

Ci sono giorni Pieni di cose vuote
Che non vedi e non senti
Giorni deserti Giorni e giorni persi
Gli appuntamenti Le rincorse infinite
E gli infiniti ritardi
Tirare avanti Vivi e non ti accorgi
Ma poi bastano un giorno di sole Un bacio, un segno di pace
Che la vita riprende a parlare d’amore
Basta un fiore, una piccola luce Un verso di una canzone
Che la vita ritorna a chiamarti per nome
Ci sono giorni Di cui non conservi
Impressioni o ricordi Con gli occhi aperti
Piano ti addormenti
Perché bastano un giorno di sole
Un bacio, un segno di pace
Che la vita riprende a parlare d’amore
Basta un fiore, una piccola luce
Un verso di una canzone
Che la vita ritorna a chiamarti per nome
Tutte queste cose da niente
Che ci levano il fiato
Sono solo un inganno
Noi sappiamo chi siamo
Basta un fiore, una piccola luce
Che la vita ritorna a chiamarti per nome
Perché bastano un giorno di sole
Un bacio, un segno di pace
Un fiore, una piccola luce
Un verso di una canzone
Che la vita riprende a parlare d’amore
Che la vita ritorna a chiamarti per nome
Che la vita ritorna a chiamarti per nome

Uno straccio sull'anima

(G. Froio - M. Amadori)

La verità è che c'ho da pulire Una tristezza indotta da ragioni intolleranti
Da concetti disarmanti, di banalità
La verità è che non so passare Un cencio sopra l'anima
La verità sono le mie ginocchia Indispettite dall'ennesima caduta
Dalle mani che si tendono per riportarle su
La verità è che devo accettare Una canzone di tormento
Una canzone di lamento che non sopporto più
La verità sono le mie parole Buttate al cesso a Siena nord
In un gioco prepotente che tu vuoi dimenticare
La verità è che non avevo colpe
Salvavo libri disperati, stanchi Offesi e riciclati proprio a Siena sud
La verità è che si può stracciare Un entusiasmo incognito, una candida emozione
Per ragioni evanescenti Che io non comprendo più
La verità è che dovrò remare Per ritrovare l'angolo di terra
Abbandonato e conosciuto quando non c'eri tu
La verità è che ci vuole cuore Nell'incontrare un essere esigente
Che si spinge nel tuo corpo con pudore
La verità sono le mie parole Buttate al cesso a Siena nord
In un gioco prepotente che tu vuoi dimenticare
La verità è che non avevo colpe
Salvavo libri disperati, stanchi Offesi e riciclati proprio a Siena sud
La verità è il mio dolore Che si estende che si spande
Deviato sulla soglia di una porta Che non hai aperto tu
La verità è che non so che fare
Perché la tenerezza che cullavo Che rispettavo nei tuoi occhi
Mi ha portato a naufragare
La verità è una bastonata, intensa, tipica, distante
Un po’ indolente come tante
Ben assestata sulla bocca lacerata
La verità è uno straccio sull'anima
Lasciato in mano ai competenti della vita
A chi ne sa di più

Povere parole

(A. Hellmann - M. Amadori)

In parole povere Parliamo delle cose povere che accadono
Senza dire niente d’importante Tanto niente al mondo importa più
Ci prendiamo e ci lasciamo
In parole povere che si ripetono Senza sentimento, senza accento
Con la “k” al posto della “c”
Pronto, non ti sento Non c’è campo, non c’è tempo
Lasciami un recapito
Due parole in croce, emoticon, “mi piace”
Copia, incolla e così sia
Povere parole, povere parole (...) poveri noi
In parole povere ci interessiamo A cose che non ci riguardano
Povere parole immolate Sull’altare degli affari altrui
Labbre gonfie come cornamuse Cornucopie di mascelle e zigomi
Sversano consigli per gli acquisti Per la dieta e per il fai da te
Liste della spesa, quanto costa, quanto pesa
Frasi come numeri povere parole sopra gli scaffali in offerta 3x2
Povere parole, povere parole (...) poveri noi
Povere parole nelle bocche a cielo aperto
Di vati e filosofi
Fanno confusione tra il Pensiero
E un’opinione a caso alla TV
Belli dal cervello di gerbillo
In una bolla di benessere
Ridono di tutto
Solamente che non c’è niente da ridere
Fatti un bel regalo: compra una vocale
Metti in fila due parole due
Prova un congiuntivo o un condizionale
Tanto è tutto uguale scegli tu
Povere parole, povere parole (...) poveri noi

Il pianista

(G. Froio - M. Amadori)

Oh pianista sei un artista Voti insieme all'affarista
Spingi dita sullo scranno Con il trucco e con l'inganno
Leggi poco i tuoi spartiti
Tu il prescelto tra i detriti
Nelle note molto note
Tra le facce un po' beote...
Suona suona, premi i tasti Il piano-forte allieterà i tuoi intrallazzi
Ma il pianista, quello vero, È lo specchio del tuo sordido pensiero
Mi dispiace, sei incapace L'avorio e l’ebano ti turbano la pace
E i pedali del piano-forte Scemeranno lietamente le tue note
Spingi, premi, tasta, tocca
scrannati i pensieri sulla bocca…
Vota, vota, vota
L'indice è la mano nota Pigia sulla falsa nota Della musica avariata...
Ti accorciassi un po' le dita Saresti degno di letizia
Ma il pianista, quello vero Suona il piano per davvero
(palesando il tuo pensiero)
Non è stato mai votato Alla musica da fiato
Mentre tu sei intervistato per un tasto che hai pigiato
Lascia stare il tuo collare Che le corde musicali fanno male
La tua pigrizia stacanovista Offende fiati, trombe, viole e il musicista
Mi dispiace ma io son capace Di burlarmi delle tue promesse date
E disdegno con ritegno La tua musica che fa da complemento
Spingi, premi, tasta, tocca
Scrannati i pensieri sulla bocca…
Vota, vota, vota
L’indice è la mano nota Pigia sulla falsa nota Della musica avariata...
Spingi, premi, tasta, tocca
Scrannati i pensieri sulla bocca
Vota, vota, vota
Affonda, affonda, (...)
Le tue dita da carogna

La sfinge alla stazione

(A. Hellmann - M. Amadori)

Ma che piacere salutarti Come se fossi una qualunque
Senza protendersi in avanti Quasi sfuggendosi dagli occhi
Tenevo a dirti che sto bene C’è solo un po’ di confusione
Pezzi di vetro e di giornale Pezzi di pioggia e di persone
Come una statua nel diluvio Ho la pazienza del binario
L’indifferenza dei lampioni La consuetudine dei treni
E tu guardami Guarda come sono bravo
E tu guardami Guarda come sono forte
Ma tu guardami Guarda come resto in piedi
E tu guardami
Guarda come muoio bene d’amore E tutto è come tutto tu lo vedi
Sono una sfinge di metallo E non c’è trucco, non c’è inganno
È acciaio fuori e acciaio dentro Come un attore sul proscenio
Ho l’esperienza del sipario L’educazione di un vagone
La dignità di un ferroviere Ho l’indolenza dei convogli
La disciplina degli orari Ho l’innocenza dei ritardi
O forse voglia di parlarti
Ma tu guardami
Guarda come sono bravo
E tu guardami
Guarda come sono forte
Ma tu guardami
Guarda come resto in piedi E tu guardami Guarda come muoio bene d’amore

La rivoluzione delle porte

(L. Bussoletti - M. Amadori)

Pensa a quanto è facile aprire una porta Afferrare la maniglia e tirare giù
Eppure c’è qualcosa che ci blocca ogni volta
Qui ci sono io e lì rimani tu
Propongo la rivoluzione delle porte Ognuno ne apre una e poi guarda lontano
Propongo un mondo visto come spazio aperto Dove sole e luna si offrono la mano
Propongo la rivoluzione delle porte Ognuno ne apre una e poi guarda lontano
Propongo un mondo visto come spazio aperto Dove sole e luna si offrono la mano
Di fronte un orizzonte che è legno e metallo Dietro a uno spazio di pochi centimetri
L’isolamento è un peso che ti affossa il decollo È normale che hai pensieri claustrofobici
Propongo la rivoluzione delle porte Ognuno ne apre una e poi guarda lontano
Propongo un mondo visto come spazio aperto Dove sole e luna si offrono la mano
Propongo la rivoluzione delle porte Nessuno tiene chiuso a chiave il suo destino
Propongo un mondo dove Cristo è risorto E sorseggia piano con Allah il suo vino
Porte in faccia nel lavoro E a chi chiede una mano
Porte in faccia nell’amore E a quello che non comprendiamo
Porte senza la maniglia Su cui spesso scivoliamo
Porta come una guerriglia Che ogni giorno combattiamo
Propongo la rivoluzione delle porte Ognuno ne apre una e poi guarda lontano
Propongo un mondo visto come spazio aperto Dove sole e luna si offrono la mano
Perché nella rivoluzione delle porte Nessuno si fa male se passa nei muri
Perché in un mondo visto come spazio aperto
Tutto si può fare tranne restar soli

Nati per soffriggere

(A. Hellmann - M. Amadori)

A ciascuno il suo canale A ciascuno la sua fame
Libertà di rosolare Pluralismo di portate
L’ignoranza è apparecchiata Nei TG all’insalata
Tra un tartufo e una frittata
La notizia salmistrata Il servizio da condire
Lo sterminio da votare Il cenone di Natale
L’opinione che non scuoce Giornalisti tra le pentole
A montare panna e audience A farcire prime pagine
A noi restano le briciole Le veline tra le ostriche
Sopra un letto d'olio e bietole
Un ergastolo alle vongole Siamo nati per soccombere
Siamo nati per soffriggere La cultura grattuggiata
Sopra i piatti da portata La coscienza sbriciolata
Tra una strage e una lombata
Telecamere puntate Sul profilo del salame
Su celebrità panate Sull’Italia da mangiare
La ricetta da morire Il giallo in salsa tricolore
L'esclusiva da assaggiare Sì fa bene, no fa male
Giornalisti tra le pentole A montare panna e audience
A farcire prime pagine A noi restano le briciole
Le veline tra le ostriche Sopra un letto d'olio e bietole
Un ergastolo alle vongole
Siamo nati per soccombere Siamo nati per soffriggere
Senza olio di palma!

Ti lascio... in pace

(G. Froio - M. Amadori)

Ti ho scelta Nella mensa laterale del desìo
Spulciando con il dito Tra i contorni del menù
Volevo un primo piatto O un secondo al desinare
Ma il tavolo era carico Di cibi da pagare
L'ebbrezza arroventata Dei due calici giaceva
Intrappolata e comica Nel vino che sceglievi
Bouquet fruttato, limpido O pregno di etanolo
Seduti a quella mensa Senza mai volere il Volo
Ti lascio in pace, vero è
Ordinare le pietanze
I balli son finiti Non so aprire più le danze
Nell'attimo frugale Del desìo inconsumato
Affondo il tintinnio Delle coppe del peccato
Insaporato e logico Di tracce di un passato
Palesemente logico Di un conto mai pagato
Ma quando il cameriere Ci pose tra le mani
Un conto forse illogico Da spendere in contanti
Le nostre mani scelsero Di essere distanti
Perché, chiunque paghi Non abbiamo più scusanti
Ti lascio in pace, vero è Ballare le tue danze
Io pavido incapace Di solcare le tue stanze
Rammenda
Il coniugato verbo di passione Tra i giorni incorniciati
Della nuova libagione Che vita e morte, credimi
Son spasimi di tempo Rinserra le tue fila
E lascia andare ogni commento Vorrei poterti spremere
Il succo tra le mani Ma oggi ormai è tardi
Che ti ho persa già domani Domani ormai è dieci
Una semplice espressioneDi quanto questo giorno
Meritasse una canzone

Due caffè

(A. Hellmann - M. Amadori)

Svegliati C’è un nome ricamato
Sul bianco del mattino Immobile
Svegliati C'è una tovaglia in fiore
Di pane e cose buone
Qui per te
Svegliati e vedrai...
Due caffè, li ho preparati io Due caffè
E questo giorno nuovo fermo qui Ad aspettare te
Un giorno profumato e...
Due caffè, li ho preparati io
Due caffè E questo tempo nuovo fermo qui
Ad aspettare te Un giorno appena nato e due caffè
Svegliati
C'è un soffio di sereno C’è un nido in mezzo al prato
Svegliati
Alzati e vedrai...
Due caffè, li ho preparati io Due caffè
Un giorno profumato e...
Due caffè, li ho preparati io Due caffè
E questo tempo nuovo fermo qui Ad aspettare te
Un giorno appena nato e due caffè
Svegliati
Dimentica ogni cosa Che ingombra questa vita
Che non ci fa fermare A guardare il cielo
E respirare... respirare...

Un progetto di Michele Amadori con Crazyfriends & partners (per la produzione). Registrazioni, missaggi e masterizzazione
di Alberto Lombardi c/o il New Belair studio (Albano - RM) - Giovanni Paolo - missaggio
di Eugenio Vatta c/o Start Studio Roma. Ufficio stampa: Il Giradischi - Valentina Milano
La vita di un altro

(A. Hellmann - M. Amadori)

È passato questo inverno di pioggia lucida e fango
è passato come nuvole nei pomeriggi di vento
è passato tra le dita e dentro gli occhi appena un lampo
è passato come il tempo di rimanerti accanto
È passato questo inverno senza occasioni d'amore senza lettere da scrivere
o giorni da ricordare
è passato sul tuo viso e ha rubato l'illusione
che mi ha fatto alzare in volo e mi ha lasciato cadere
Non è la vita che voglio questa è la vita di un altro
solo adesso mi accorgo di avere sprecato
un oceano di tempo e si rimane in silenzio
e tutto sembra uno sbaglio questo prendersi e lasciarsi
andare senza un rimpianto
È passato questo inverno di frasi accese a comando
di rancore e di abitudine che tu mi lascerai dentro
e mi sembrerà che niente abbia mai avuto un senso
è passato il nostro tempo e sono un uomo diverso
Non è la vita che voglio questa è la vita di un altro
solo adesso mi accorgo di avere sprecato un oceano di tempo
e si rimane in silenzio e tutto sembra uno sbaglio
questo prendersi e lasciarsi andare senza un rimpianto
Siamo stati così vicini siamo stati così lontani
siamo stati così soli insieme io e te
Non è la vita che voglio questa è la vita di un altro
solo adesso mi accorgo di avere sprecato
un oceano di tempo e si rimane in silenzio
e tutto sembra uno sbaglio questo inutile prendersi
e lasciarsi andare senza un rimpianto
È passato questo inverno

La marcia dei cretini

(M. Amadori - L. Bussoletti - M. Amadori)

Eccomi qua con la faccia da tram, vago per il centro in questo sabato
e fisso il mio telefono da troppe ore orfano ma perché non chiami?
Come in metrò cielo in testa non ho, è un sole nero e buio questo sabato
perché ti rendi complice del dubbio che mi interroga
insomma mi ami o no?
Passa di qua la marcia dei cretini tutti ammassati in fila come pinguini
Il mondo è un rock che va a tempo di saldi dove non puoi prendere
solo quello che vale perché non c'è
Ora ti ho qua sono la tua metà e mi trascini in centro in questo sabato
Innamorato abulico dal tuo sms aulico che amore tecnologico
E siamo qua marciando come cretini tutti ammassati in fila come pinguini
Il mondo è un rock che balla con le balle dove non puoi credere a tutto quello che vedi
dove non puoi prendere solo quello che vale dove non puoi prendere solo quello che vuoi.
Forse è più su forse è più giù nello scaffale tre costa tutto di più
quello che vuoi che ancora non hai in fondo cosa sia tu non lo sai
Se cerchi a metà prezzo la felicità non c'è vetrina o bancarella che ce l'abbia
e tutto questo è tragico o comico ironico tristintico
Sono sul bus con la faccia da tram sono arrivato scendo... capolinea

Il cantautore A/B

(M. Amadori)

Il cantautore A
È colui che se la canta e se la suona che ascolta le parole della gente
se è d'accordo l'accordo è Maggiore in disaccordo l'accordo è minore
Gli accordi li fa tutti, le settime le none le aumentate, quinte bemolli, quarte, diminuite
ascolta anche la musica degli altri ne fa tesoro e poi non è invidioso
Il cantautore B
È colui che se la canta e se la suona e finge di ascoltare l'altra gente
ma si circonda solo di parole che calzano a pennello col suo "io"
Se è d'accordo lui ti fa un Maggiore il disaccordo è sempre maggiore
di accordo lui conosce solo il suo e parlerà sempre la stessa musica
e suonerà sempre la stessa musica.
Suona suona il cantautore suona canta il cantautore canta
se la canta e se la suona te la canta e ti consola
Parla il cantautore parla se non sa suonare parla
se non sa parlare tuona se la canta e si consola
L'incantautore A
È colui che se la canta e se la suona, è un artista
ma anche un'ottima persona, colpisce dritto al cuore e ti entusiasma
Le sue parole son fotografie non riesce a fare a botte con nessuno
lui ti colpisce con parole e musica
L'incantautore B
È l'individuo più pericoloso perché ha due facce come le monete
riesce a raggirarti con parole, è un gran maestro un buon predicatore
si riempie di bugie che non sa dire ma che non perde tempo a raccontare
c'è sempre un fesso attento ad ascoltare sul web lo trovi pronto a commentare
Suona l'incantautore canta e suona e la nota s'innamora
di ogni singola parola e la musica s'invola
L'altro incantautore parla con parole copia incolla
poi in un verso c'è una perla e ti ammalia come un pirla
Suona il cantautore suona canta il cantautore canta
se la canta e se la suona te la canta e ti consola
L'incantautore canta e suona e la nota s'innamora
di ogni singola parola e la musica s'invola

Mi senti?

(G. Froio - M. Amadori)

Mi senti?
Le mie parole hanno avuto per noi il valore dei giorni
giorni trascorsi a parlare d'incanti e di concetti aberranti
giorni confusi nel dolore incastrato tra la bocca di tanti
giorni incapaci di essere noi di essere giganti.
Ascolta
Tutto quello che cercavo con te era il sogno dei grandi
di Alessandro di Michele di Rino dei giorni coscienti
e dell'amore che conosce se stesso senza mostrare i denti
le orme i vizi le parole nascoste intorno ai propri clienti
Sì dei giorni confusi incapaci impotenti
vedrai...
Che il nostro amore non è solo ciò che vuoi
che il mio amore è anche quello che non sai
che il tuo amore è anche quello che non vuoi
perché l'amore è soprattutto ciò che sei
Mi senti?
Abbiamo speso il nostro tempo in esilio da latitanti graffiando i muri
le pareti del carcere dei potenti senza capire che eravamo
noi stessi i veri delinquenti i presuntuosi della vita che poi
sono spariti altrove altrove...
Ci sei?
Questo è l'amore che non ho vissuto mai, che abbiamo offeso senza condannarlo mai
perché è l'amore che c'è stato fra di noi, ed è l'amore che rimane senza noi
Saprai
Che siamo stati ciò che siamo e siamo noi
perché è l'amore che non hai vissuto mai
perché è l'amore che ha cercato proprio noi voleva ridere sorridere con noi
Saprai saprai noi due incapaci di essere soltanto noi
due voci distone nel coro dell'ormai cercando insieme di capire che cos'è
quella parentesi che ha unito i nostri se
ed il sudore che c'è stato tra di noi sarà la virgola del punto dell'ormai

La minoranza

(A. Hellmann - M. Amadori)

La minoranza gode la sua fertile stagione d'abbondanza
La minoranza siede in una comoda e stordita sonnolenza
La minoranza crede fermamente nella propria sussistenza
La minoranza spiega le sue ali tra i confini di una stanza
La minoranza porta nelle vene il seme dell'appartenenza, sta al balcone di una rispettabile apparenza
cura il bel giardino della propria convenienza, naviga nel mare calmo dell'indifferenza
La minoranza vive sul confine della pubblica decenza, ha la pancia piena di caviale e d'arroganza
sa perfettamente mantenere la distanza, fa beneficenza di una briciola se avanza...
se avanza
La minoranza guarda il mondo intorno con sospetto e diffidenza
chiude tutti gli altri fuori dalla sua coscienza
mostra le sue stimmate e poi ruba con prudenza
non è perseguibile di fronte all'evidenza
La minoranza vive sul confine della pubblica decenza
ha la pancia piena di caviale e d'arroganza, sa perfettamente mantenere la distanza
fa beneficenza di una briciola se avanza...
se avanza
Obbliga il pianeta a un esercizio di pazienza, ama il dire e il fare ma non sa la differenza
la impressiona il sangue non sopporta la violenza coglie a piene mani i suoi gettoni di presenza
si trasmette senza interruzione o interferenza cala giù dall'alto come un atto di clemenza
milita al servizio di un'oscura provvidenza, è depositaria di millenni di ignoranza
La minoranza vive sul confine della pubblica decenza
ha la pancia piena di caviale e d'arroganza sa perfettamente mantenere la distanza
fa beneficenza di una briciola, se avanza...
se avanza
La minoranza

Giovanni Paolo

(G. Froio - M. Amadori)

Portammo da bimbi le scarpe di piombo, le aureole lievi dei figli di un sogno
parevano canne mozzate dal fiato, maschere opache costrette dal fato
Nascemmo fra i suoni di cose non dette tra fiori di zagara e donne protette
incapaci incoscienti di essere veri figliocci di Omero omertosi insinceri
Di cose non nostre fummo solo gli eredi isolati stivali di convenienti misteri
cadaveri in marcia statali impiegati dal freddo e la guerra falsi eroi acCIAccati
Che bomba quel giorno
Che grande silenzio
Che finta impotenza
Che odore d'incenso
Crescemmo fra gli Andri e gli otti confini
Impastati dal sangue di pochi inquilini parevano anch'essi mozzati dal fiato
abbandoni isolati Limati dal caso
Contammo le pizze le piccole pizze, le carte gli incarti i fogli le bozze
potente impotente la nostra famiglia, puzzava di stato cosciente fanghiglia
Morimmo col sole di maggio e di luglio, cadaveri in marcia scortati dai gigli
per chi è straniero in un paese distrutto da diavoli e unti trapezisti in un circo
Che bombe Capaci
Che acre silenzio
Ch'è rossa D'Amelio
Che odore d'incenso

Ciao

(M. Amadori)

Sono poche le volte che mi fermo a pensare
che qui son solo di passaggio, mi comporto da idiota
senza neanche volerlo come se invece fossi eterno
Poi mi fermo e davanti mi passano luoghi e persone che non ho più visto
sì magari la colpa non è solo mia
ma è di me che adesso sto parlando
Sono tante le volte che mi fermo a pensare quanto è durato il nostro amore
sì le date le ho e contare io so, non è questo che volevo dire
Non accorgermi che volavi via da me, è una cosa che mi fa ancora male
e chissà quanto tempo hai passato in silenzio a dovermi sopportare
I tuoi ciao fanno male, ma male davvero e vorrei che questo tuo distacco
fosse solo un dover mantener le distanze perché ormai non si può fare altro
Ma che invece nei ciao nei tuoi glaciali ciao sia nascosto un affetto infinito
un voler abbracciarmi fino a stritolarmi perché... È stato amore
Sono rare le volte che non parto di testa se avverto dell'incoerenza
non sopporto la mancanza di obiettività e così poi perdo la pazienza
Non mi piace un giudizio sommario e scontato
preferisco decidere caso per caso, io non sono una foglia trascinata dal vento
metto la zavorra e lì mi pianto
I tuoi ciao fanno male ma male davvero e per questo io non trovo pace
se la pace che dai è pura diplomazia ti autorizzo a una guerra feroce
Ma io spero che i ciao i tuoi glaciali ciao siano fonte di un distacco forzato
e che invece vorresti abbracciarmi perché in fondo tra noi è stato vero amore
È stato vero amore
I miei sguardi fan male ma male davvero perché lì tu abbassi gli occhi e taci
un sorriso forzato ed il fiato spezzato perché a fingere non siam capaci
Cosa resta di noi che non siamo più noi prima complici e ora solo due estranei
ma la vita è così metto un punto e da qui
io riparto...
passo e chiudo

La musica

(A. Hellmann - M. Amadori)

La musica si scarica la musica si balla
La musica si copia la musica si incolla
Ce n'è per tutti i gusti per tutte le bandiere
Può essere ribelle ma senza farsi male
La musica si compra la musica si vende
Ti può costare cara e non valere niente
Fa piangere madonne fa vendere biscotti
E fa saltare i bimbi e tiene allegri i nonni
In filodiffusione al centro commerciale
Alla televisione e dalle parrucchiere
Ci puoi fare di tutto è sana e divertente
Ha solo un difetto: la musica si sente
La musica si usa la musica si getta
A volte si ricicla e si consuma in fretta
È fresca per l'estate più buona a Natale
Scherzosa a carnevale e triste al funerale
Può essere volgare offendere il silenzio
Ci puoi girare intorno
ci puoi cadere dentro
Può essere pesante la musica leggera
È falsa come Giuda però sembra sincera
In filodiffusione in telepromozione
In radio a rotazione se paga Pantalone
Ci puoi fare di tutto è sana e divertente
Ha solo un difetto la musica si sente
In filodiffusione al centro commerciale
Alla televisione e dalle parrucchiere
Ci puoi fare di tutto è sana e divertente
Ha solo un difetto: la musica si sente

Un senso

(A. Hellmann - M. Amadori)

Per distrazione o per incoscienza, per troppa forza o per debolezza
per una lucida coincidenza, per consuetudine o per incertezza
Per un istante lungo una vita e per la pioggia contro la vetrata
per quella tregua che ci raccoglieva quando la guerra ormai era finita
Perché è così che va ogni stagione ha il suo mistero
perché così si fa si parte per voltarsi indietro
e dopo aver provato tutto e non aver capito niente
ci si incontra per riempire il presente
Perché è così che va
il caso ha sempre le sue ragioni perché così si fa
si vola per cadere in piedi e dopo aver sfiorato il cielo
e dopo aver toccato il fondo sembra quasi che tutto quanto abbia
un senso
Per una briciola di tenerezza che ha sorpreso un giorno
me e tua madre e che ci ha stretti
dentro una carezza tra il deserto e la stella polare
Perché si è complici di ogni rimpianto
e viaggiatori di qualche distanza e dopo aver navigato tanto
finiamo soli nudi in una stanza
Perché è così che va ogni stagione ha il suo mistero
perché così si fa si parte per voltarsi indietro
e dopo aver provato tutto e non aver capito niente
ci si incontra per riempire il presente
Perché è così che va
il caso ha sempre le sue ragioni perché così si fa
si vola per cadere in piedi e dopo aver sfiorato il cielo
e dopo aver toccato il fondo sembra quasi
che tutto quanto abbia un senso...
E dopo aver sfiorato il cielo e dopo aver toccato il fondo
tra le cose lasciate fuori e le cose tenute dentro
sembra quasi che tutto quanto abbia un senso
ora tutto ha un senso

Lezioni di chimica

(A. Hellmann - M. Amadori)

Sono uno studioso della tua materia chiuso a chiave nel laboratorio
seguo gli elettroni nella traiettoria sul tuo corpo a base di carbonio
Amo la sostanza che si può toccare
faccio esperimenti a mani nude, tutti hanno qualcosa da desiderare
io so bene come farmi male
Mannaggia alla chimica
mannaggia alla fisica
mannaggia a questa illogica
attrazione biologica
Mannaggia alla chimica
mannaggia all'estetica
a questa fisiologica pulsione genetica
mannaggia a te mannaggia a me
Sono il tuo cultore studio per passione
il contatto fisico è essenziale, atomo con atomo in combinazione
faccio con piacere il mio dovere
C'è una legge empirica da indagare
dai capelli all'arco del tuo piede
d'altra parte sono qui per imparare
sono pronto per la tua lezione
Son qui per fare esperienza
del tuo respiro caldo di scienza
sei padrona della materia vengo a impararti a memoria
Mannaggia alla chimica
mannaggia alla fisica
mannaggia a questa illogica
attrazione biologica
Mannaggia alla chimica
mannaggia all'estetica
a questa fisiologica pulsione genetica
mannaggia a te mannaggia a me

Briciole di te

(A. Hellmann - M. Amadori)

Se ogni parola è falsa a metà
io resterò in silenzio per non mentirti mai
Se l'apparenza inganna anche te
terrò il mio volto in ombra per non confonderti
Raccoglierò soltanto briciole di te
che seminerai per non perderti più
e attraverserò mondi che sai
tutta la tua vita è una strada che mi porta qui
io raccoglierò in tutto ciò che fai
briciole di te fino a raggiungerti
E se il pudore ride di me
cancellerò il mio nome e tornerò da te
Se la ragione a volte è anche mia
mi prendo tutto il torto la colpa che non c'è
Raccoglierò ancora briciole di te
che seminerai per non perderti più
e attraverserò mondi che sai
tutta la tua vita è una strada che mi porta qui
io raccoglierò in tutto ciò che fai
briciole di te fino a raggiungerti

Un piano solo

(M. Amadori)

Non ho scritto ancora una canzone... una canzone per te
Tu l'hai pensato o no al perché io non ho scritto ancora una canzone
tanti invece me l'han chiesto e sai il motivo qual è?
Che ogni volta ho scritto "la canzone"
Son caduto nell'errore di lasciarmi trasportare, raccontando senza indugi il mio stare bene il mio amare
E puntualmente il tutto è andato a farsi benedire
Ecco perché io non ho scritto ancora di te
Ma oramai mi trovo in questo vortice di note inosservate male udite male interpretate
Allora isola le orecchie da rumori vari con gli occhi metti bene a fuoco il mio labiale
e ascolta attentamente senza distrazioni quello che ho da dire
TI AMO ma non so se l'hai capito o meno
Son serio anche se spesso faccio lo scemo, Ti chiedo prendimi così per come sono
Ho cinque quadri quattro dischi tre valigie due chitarre e un piano solo
Non ho scritto ancora la canzone e allora tu dirai ma questa che cos'è?
La chiamo "bozza di canzone per te"
La sto scrivendo adesso senza stare alla ricerca delle solite parole frasi a effetto e sai il motivo qual è?
Con te mi sono messo a nudo e adesso prendo freddo
Son caduto nell'errore di lasciarmi trasportare
respirandoti ma a volte trascurandoti e non vorrei che il tutto poi vada a farsi benedire
Sarà pazzia o è pura scaramanzia la mia?
Ma oramai mi trovo in questo vortice di note di parole ripetute e strampalate inosservate male udite
male interpretate, PERÒ TI AMO... Ma non so se l'hai capito o meno
Son serio anche se spesso faccio lo scemo, Ti chiedo prendimi così per come sono
Ho cinque quadri quattro dischi tre valigie due chitarre e un piano solo...
Che è quello di un futuro con te, Svegliarmi e averti accanto a me, Portarti a letto dolce e caffè
Innamorarmi sempre e solo di te, Poi spingere un carrello con te
Il solo piano è stare con te, TI AMO ma non so se l'hai capito o meno
Son serio ti giuro, mi credi?
Anche se spesso passo da scemo, Ti chiedo prendimi così per come sono
Ma lascia a me i difetti miei senza di loro che farei, fammi un sorriso che m'illumini la vita
E resta così come sei ti prego non cambiare mai, fammi un sorriso che m'illumini la vita
TI AMO ma non so se l'hai capito o meno, Che ho un piano solo che ho un solo piano
Che ho un piano solo... Che è quello di restare con te

Colori

(A. Hellmann - M. Amadori)

C'è un popolo in cammino sotto un sole di pietra
carovana di schiene su una terra che brucia
Davanti è strada lunga da bere e da mangiare
di padri madri e figli, città da seminare
La strada è a colori
la terra è a colori
la vita è a colori
il mondo è a colori
C'è luce in fondo agli occhi
c'è sale nelle mani
e briciole di pane che portano a domani
C'è un soffio di speranze
sfuggito al suo destino
un viaggio senza fine che cerca il paradiso
La strada è a colori
la terra è a colori
la vita è a colori
il mondo è a colori
Barabara na rangi
Nchi na rangi
Maisha na rangi
Ulimwengu na rangi
Dietro al finestrino sembriamo strani
ma visti da vicino siamo tutti uguali

Prodotto e arrangiato da Michele Amadori. Pre-produzione Trottahouse - Roma.
Co-produzione Crazyfriends and partners. Registrato e missato da Maurizio Parafioriti c/o l'Angelo Studio - Garlasco (PV). Assistente di Studio Axa Chiodini. Masterizzato da Antonio La Rosa
c/o il New Profile - Milano.
Progettazione grafica Digital One - Roma
A Esperança

(G. Froio - M. Amadori)

Percam as esperanças o voi ch'entrate s'intravede scritto al sommo d'un accento
dignitosamente poco vivo in questo tempo semplice ubriaco di voci da Mundial
La storia è stata scritta dal giostraio d'un pavido guerriero americano
asciutto come il conto d'un sultano che paga per non tendere la mano
La barca della luce l'ha pescato di fronte alle lampare del peccato
la Seppia s'è incarnata in Calamaro, lasciando ogni speranza all'operaio.
Percam as esperanças o voi ch'entrate s'intravede scritto al sommo d'un accento
dignitosamente poco vivo in questo tempo semplice ubriaco di voci da Mundial
Percam as esperanças,
Percam as esperanças o voi ch'entrate
Percam as esperanças,
Percam as esperanças o voi ch'entrate
Il senso della lingua riconduce ai fasti della candida favella
smarrita con il ben dell'intelletto nel suono di economiche parole
Favoreggiar favelle favelle e non faville
le genti dolorose e gli alti guai lasciar i busci agli occhi delle stelle
che sol di strisce intendono oramai
O cor da esperança la somma sapienza, etterna, e 'l primo amore
o cor da esperança la somma sapienza, etterna, e 'l primo amore
Ritorna la favella al nostro tempo e onesta appare al cuore la sua lingua
più unica che rara in questo tempo di bu-bla-be boom boom disarm!
O cor da esperança la somma sapienza, etterna, e 'l primo amore
o cor da esperança la somma sapienza, etterna, e 'l primo amore

Bugie

(M. Amadori)

Bugie, bugie, Ne dici tante come fossero preghiere
Che fantasia, fantasia Tu proprio non ti vuoi curare
Dipingi, macchi, fai dei ritocchi Su un quadro che com'è non ti va
E allora è pronto il camice e il pennello E inizi a colorare…
Prendi il rosso, poi non ti va Per te i colori son come le verità
Quando son dure le sfumi o le trasformi E se le accetti diventano enormi.
Bugie, bugie, tu ti nascondi dietro le bugie
La logica la spingi giù nel mare Delle bugie che il mondo tende a raccontare
L'abilità, l'arte nel ritrattare Non fan di te l'esempio da imitare
Il tuo obiettivo è l'apparire Cerchi consensi e frasi, virgole e punti
Si posson cambiare!
Bugie, bugie, ma forse un giorno smetti di giocare
col tempo e la gente e con i quadri che vuoi trasformare
ed hai la vita come un giocoliere e pensi a un circo che ti sta a guardare
o a un tavolo con un cilindro a un gioco nuovo da inventare
(altri interessi da curare)
Da domani, da domani, questa vita da prestigiatore pazzo
puoi spogliarla dai suoi mille trucchi, puoi lasciarla fuori dal palazzo
Bugie, bugie, tu ti nascondi dietro le bugie La logica la spingi giù nel mare
Delle bugie che il mondo tende a raccontare
L'abilità, l'arte nel ritrattare Non fan di te l'esempio da imitare
Il tuo obiettivo è l'apparire Cerchi consensi e frasi, virgole e punti
Si posson cambiare!
La verità? Ormai ti conosciamo
Fai sempre ridere ma non ci divertiamo
Ad ascoltarti come un favoliere
Che ci vende il suo fumo!

Protesto

(M. Amadori)

Protesto, per quello che mi spetta e non mi è concesso
Perché ho tanto da dire e non mi è permesso "avanti un altro" ma io non vado resto
e aspetto un pretesto per inserire il discorso che non è scorso e tempo ne è trascorso
che non è scorso per l'udito scarso io ancora adesso penso sia uno scherzo
scarso discorso però adesso… Protesto!
Si, l'ho mandata a prenderlo in quel posto
Ma non c'è andata ed ha mandato me
In terre sconosciute che per arrivare
Dovrò fittare forse un'astronave E ci vorrà del tempo per tornare
Tornare ad essere un uomo normale Rimettere il vestito da giullare
Buttare al secchio questo da criminale Che litigando addosso mi ha cucito
Con carta e penna so di aver ferito Ma in cambio lei ha mirato bene ed ha ucciso!
Ha ucciso il mio sorriso sul suo viso Il suo l'ha cancellato dai miei occhi
I miei discorsi li ha smontati a pezzi Ed ha tenuti solo quelli "pazzi"
E Signor giudice io chiedo i danni E starò qui sperando la condanni
A vivere con me il resto dei suoi anni O almeno i prossimi quarant'anni
Non dico il falso sono uomo onesto E se ho sbagliato l'ho fatto nel giusto
Spesso in passato mi han creduto fesso Per troppe volte che ho ingoiato il rospo
Non credo d'esser stato disonesto Era un pensiero a ragione o torto
Ma dietro c'era un intero discorso Che non è agli atti ed allora… Protesto!
Devo parlare e voglio farlo presto Mi spetta e imploro che mi sia concesso
Poi son disposto a chiudere il processo Con la sua assoluzione ed il mio arresto!
Protesto, per quel che ho chiesto e ancora non mi è concesso
Ha lati oscuri questo strano processo Ma che giustizia è questa se non posso
Vederla ancora – no, non è un pretesto.
Guardarla in faccia e chiudere il discorso Urlare forte per l'udito scarso
Spiegare bene quello che è successo E penserà poi quello che le pare
Ormai ho fittato pure l'astronave Ho disegnato anche un bel percorso
Abbiamo perso entrambi, c'è il ricorso
Ma tutti e due partiamo per quel posto!

Son contento!

(M. Amadori)

Volevo ricordarti che sei stata tu Ad andar via da me, me lo ricordo bene
Chiamai la polizia al mio rientro a casa Urlando al vicinato "me l'hanno svaligiata"
Ti sei portata tutto, forse era meglio un ladro Mi dici come hai fatto a tirar giù il lampadario?
E mi hai lasciato solo, solo i piatti da lavare
Baravi anche sui turni e non sapevi neanche cucinare!
E poi devi sapere non mi sono ubriacato Non mi riusciva bene... col bicarbonato
Nient'altro mi hai lasciato Forse era meglio un ladro
Incredulo rimango pensando al lampadario
Ma son contento, sono allegro Sono intero non mi piego
Sarò nudo, fa un po' freddo ti giuro, ma son sano
Disumano se ti amo...
...e non t'amo più. Tiè!
Ed ora sei tornata, eh si sei proprio tu Ma stai cercando me o hai sbagliato casa?
Hai in mano il dentifricio, le mie scarpe e le lenzuola
Ma dove le mettiamo, ci stendiamo sull'aiuola?
E dove son tutte le donne del mio calendario
Mi spieghi che c'hai fatto poi... con il lampadario!
E il tappo della vasca quello era di mia madre
L'avevo ricevuto in dono per Natale...
Ma son contento, sono allegro Sono intero non mi piego
Sarò nudo ma son sano Disumano se ti amo
Parlare, vuoi parlare Parliamo, dai parliamo
Però fammi un favore Parliamo piano, piano
Ed ora che sei qui Che sei tornata un'altra volta
Ti spiace perlomeno ridarmi la porta!
Son contento, sono allegro Son felice, canto e rido
Sarò duro, puro ciliegio, non mi piego
Non capisci? Te lo spiego...
Io non t'amo più. Tiè!

La hija de Lorca

(G. Froio - M. Amadori)

Suave, atrayente las pecas conscientes
la llevan despacio entre calles y gente
Despacio no mira la piel diferente
se esconde en la cueva de la presencia silente
No busca las flores las huele y defiende
proteje el color de las manos hirientes
y pide al pasado un sueño incoherente
que vuelva aquel tiempo de felicidad permanente
La hija de Adriano de Sissi y Abelardo
la hija de todos herida en la mano
Suave, atrayente espera un hermano
a quien descubrirle un sitio lejano
encontrado en un día de invierno dorado
de lluvia y poesia y un "me quedo a tu lado"
en la espera le habla de un Cristo moreno
portado en la espalda de un pueblo sureño
y le cuenta de un niño francés y italiano
de madre andaluza con aire gitano
La hija de Lorca de Juana y Maria
la mujer de mi vida mi niña todavía

Io scrivo d'amore

(E. Nascimbeni - M. Amadori)

Cerco i tuoi occhi dispersi in qualunque metrò
Sento i tuoi passi qua, nel mare dell'irrealtà
Quante carezze mi dai Se io rinasco per te?
Libererò per te, la gabbia dei sogni miei
Mi giocherò sul rosso il cielo e giorni di noi
Quante dolcezze mi dai Se un giorno muoio per te?
Non scappare, non tremare, ridi pure, un po' di me
Vivi piano, questo tempo Che ci scappa, corre via...
Se le parole potessero entrare nel cuore Io scrivo d'amore
Perso, o disperso, tra virgole e "ma"
Dentro a un foglio bagnato di pioggia
Giorni d'estate di stelle cadute sul prato che ho appena tagliato
Dimmi che ha un senso il mio stare qua A contarti i capelli e sognare.
Guardo un tramonto rosso e lo correggo col blu
Con la matita nera ora cancello il dolore
Io si lo posso fare, perchè io scrivo d'amore
Il fatto è che vivo solo appeso a un filo di lana
Che se si spezza non so in quale posto cadrò
Quante certezze mi dai Se adesso salto per te?
Non scappare, non tremare, ridi pure, un po' di me
Vivi piano, questo tempo Che ci scappa, corre via…
Se le parole (si vive per amore)
potessero (si gioca per amore)
entrare (si corre per amore) nel cuore
Io scrivo d’amore (si picchia per amore)
Perso (si bleffa per amore)
o disperso tra virgole (l'amore è una bugia) e "ma"
Dentro a un foglio bagnato di pioggia
Giorni d'estate (si cambia per amore) di stelle (si piange per amore)
cadute sul prato (si scappa per amore)
che ho appena tagliato (si torna per amore)
Dimmi (si odia per amore) che ha un senso il mio stare qua (si scrive per amore)
A contarti i capelli e sognare.

Dubbi

(M. Amadori)

Il mondo è fatto di onesti e disonesti
Di ricchi e poveri Di sinistri e destri
Di alti ministri e solite minestre
E di computer che aprono finestre
E poi si vive tra popoli divisi Con le divise che abusan del potere
Per il potere si giunge a compromessi
E con promesse si arriva e si è promossi.
Dubbi, strani connubi In questa giostra di furbi
C'è un bel giro di soldi
Per un futuro magnifico Si ridisegnano leggi
Per esser puliti e ligi Ci sono sempre più santi
In questo splendido mondo E sempre meno nell'aldilà!
E passano da eroi su tutte le televisioni
Confiscano le armi che han venduto in precedenza
E il disarmato le riacquista tempo dopo Come usato in giacenza
Dubbi, strani connubi In questa giostra di furbi
Ci stanno tutti i potenti Ma non giocano a risiko
Ci consoliamo da inermi Con talk show deliranti
Informazioni devianti Programmi tedianti
In questo mondo magnifico!
Dubbi, strani connubi In questa giostra di furbi
Mi avvolgi e mi turbi Provocando disturbi
Ma preferisco distrarmi Seguendo i tuoi lineamenti
In questi tempi sfuggenti Con il coltello tra i denti
Rimani tu la certezza... Per un futuro magnifico!
Wonderful world...

Disperato tango

(O. Malaspina - M. Amadori)

Avrei tradito il dio delle taverne
per lo spartito delle mie scarpe rotte
nella notte del pianto
tra le porte silenziose
alla ricerca di un minimo indizio.
Se tra un tango e un altro avessi capito
che i loro visi bruciati erano la geografia
non lo stillicidio della mia sorda guitarra
le cui note son l'unico indizio...
Amami senza amore per non farmi del male
senza l'ultima onda col suo peso di sale
che logora coste madreselva di scale
ed il pasto frugale della mia solitudine
cerca in un equinozio la tua latitudine.
Senza un encomio al suo primo colpo di tosse
e molte mancanze di "con" e di "tatti"
partii per capire il valore ecumenico
di non farmi prendere dal panico.
I cattivi compagni delle encicliche al bromuro
mi hanno cacciato in gola la mia "ISOLA DI ARTURO"
per il linguaggio del libeccio e del maestrale
t'imploro di amarmi senza amore...
Amami senza amore per non farmi del male
senza l'ultima onda col suo peso di sale
che logora coste madreselva di scale
ed il pasto frugale della mia solitudine
cerca un equinozio nella tua latitudine.

Non lo so

(M. Amadori)

Un giorno mi verrai a cercare
Forse solo per sapere come sto
O cercare di scoprire se nel tempo
Quel che hai perso lo conservo dentro me.
Perché sai che sono uno che conserva
E che sono un ordinato nel disordine
Ma comunque chiediti se la presenza
Sarà assenza agli occhi miei!
Non lo so, non so come reagirò
Sono buono ma cattivo al tempo stesso
Spesso giuro mi stupisco di me stesso
Del mio fare poco logico
Non lo so, non so dirti che farò
Quando apparirai sarà come un duello
E deciderò in quell'attimo se è meglio
Farti fuori o farmi uccidere
Un giorno mi verrai a cercare
E confesserai le cose che già so
O saranno ancora gli occhi a sussurrarmi
Le parole che tu non mi hai detto mai
Non lo so, non so come reagirò
Se sarò istintivo o sarò razionale
Se ti crederò o dovrò dubitare
Del tuo viso così angelico
Non lo so,non so dirtelo però
Quel che so e che tu mi verrai a cercare
E vivrò con il dubbio fino a quando
Non arriverà quel maledetto giorno
Vivrò bene ma col dubbio fino a quando
Non arriverà quel benedetto giorno!

La viola

(M. Amadori - T. Falgares - M. Amadori)

Ho sorpreso una viola nel mio giardino
Proprio accanto la finestra del vicino
L'ho sorpresa che parlava con il sole
Gli diceva: "Tra le erbacce, qui si muore"
Ho capito, curo poco la mia terra
Ma poteva dirlo a me
Che gran pettegola che è!
Cominciai così a spiarla appena sveglio
Ed a sera rientrando dal lavoro
Lei sbuffava e mugugnava ch'era stanca
Ed aveva un muso lungo da sfiorar l'aiuola
E da lì capii che si sentiva sola
Così corsi a comprarle,
a comprarle un'altra viola!
Lì vicino la posai con un'aria indifferente
Pochi attimi e tra i due l'amor sbocciò.
Adesso la pianta, la pianta di dire ch'è stanca
Adesso la pianta, la pianta di dire ch'è sola.
Il fiore ha ripreso vigore ha ripreso colore
Il fiore ha ripreso colore ha trovato l'amore!
Son già tre le viole dentro al mio giardino
La più piccola lamenta un fratellino
L'ho sorpresa che diceva sempre al sole
Se non gioco morirò di crepacuore
Ho dei raggi un po' invadenti dentro la mia terra
E lei poteva dirlo a me
Che gran pettegola che è!
Acqua in bocca le buttai
Annaffiandola per bene
E l'amico in due minuti l'asciugò
E parlai col giardiniere che capì la situazione
Ora ho un prato colorato e pien di viole!
Adesso la pianta, la pianta di dire ch'è stanca
Adesso la pianta, la pianta di dire ch'è sola.
Il fiore ha ripreso vigore, ha ripreso colore
Il fiore ha ripreso colore e ora regna l'amore!

Volano i giorni

(M. Amadori)

Cammino, in questa vita cammino,
a passi incerti e mi chiedo dov'è che mi dirigo.
Continuo, senza saperne il motivo, passi spediti, mi giro...
ma non m'insegue nessuno!
Sarà che inizio a sentirmi stanco Di questo peregrinare
Sudare, lottare E di una meta nemmeno metà.
Sarà che oramai crescono soltanto gli anni
Fermi da tempo l'altezza e i capelli
Ma ora mi fermo anch'io Perché a pensarci bene
Ho dato tanto, ho dato tutto, tutto, tutto
e mi ritrovo, mi ritrovo niente niente, o quasi niente!
Non ho più guance da porgere, Non ho più mani da tendere
Neanche più fiato da spendere, Ho solo anni da vivere
Non ho più tempo per gli altri, Ma tanto per i miei sogni
Che sono umani bisogni Mentre mi volano i giorni.
Non ho preghiere da fare, Nessuno da giudicare
Ho solo voglia di stare Un po' di più con me stesso
Che non mi curo e trascuro Le mie incertezze e i miei sogni
Che sono umani bisogni Mentre mi volano i giorni.
Cammino, per la mia strada cammino Rallento i passi, mi giro...
In fondo vedo qualcuno!
Sarà un po' la scusa del sentirmi stanco
Un po' la voglia di una donna accanto
Che faccio sosta un po' così l'aspetterò
Lei vuole me e un'energia sprigiona
Più mi s'avvicina e più mi sento
vivo, vivo, ma sarò sincero giuro

Prodotto e arrangiato da Michele Amadori (Sequestrato - arrangiato assieme ad Enrico Pitaro). Registrato e missato da Enrico Ventrice c/o lo Studio Pubblimedia - Soverato. Arte e Comunicazione di Pino Procopio. Progettazione Grafica - Commedia. Digitalizzazione testi di Fabio Mancari. Elaborazione grafica e foto di Piero Teti.
Pre-stampa: studio grafico Pika Boo Soverato
Cercherò

(M. Amadori)

Saranno i tuoi capelli che ritrovo dappertutto
o il mio albero di pesche che non dà più un frutto;
queste odiosissime zanzare intente a sorvolare come avvoltoi su un cadavere,
in questa notte io vorrei urlare!
Da troppo tempo non riesco a mettere ordine alle idee,
mentre mi rado con lo specchio faccio politica,
ma non riesco mai a convincerlo di quello che dico,
non è mio amico quello che sta di là!
Cercherò, cercherò di dormire per un po'
e al risveglio poi decidere se amarti ancora o no.
Pianterò, pianterò nuovi semi e aspetterò
altri frutti e quel coraggio che non ho!
Saranno forse i miei capelli che han deciso di emigrare
o è la macchina e le sue 60 rate da pagare;
la cassetta della posta sempre piena di depliant
saluti, affari, gite al mare, mentre la svuoto comincio ad urlare!
Poi penso che la vita è breve e può finire anche adesso,
che senso ha viverla male per un po' di successo;
sorrisi falsi a chi è potente e sempre buone maniere prenderli a calci?
No, non voglio pensare a quanto starei bene!
Cercherò, di dormire per un po'
e al risveglio poi decidere se ucciderti o no.
Pianterò, pianterò nuove grane su di me
aspettando quel coraggio che non c'è…
I don't know, I don't know se la pace troverò
di sicuro d'ora in poi la cercherò!
Forse sono tutto matto non lo so!

Debole

(M. Amadori)

Ti ho perso su una strada piena d'olio
col mio due ruote son volato giù
è stato forse un segno del destino
ma sul motorino
c'ero solo io, mancavi tu…
Che mi aspettavi a casa per la cena
per dolce avevi pronto un bel discorso
che sottovoce hai fatto in ospedale
senza esagerare hai detto "Io non ce la faccio più!"
Chi mi vede pensa che sto male (che io stia male)
per la forte contusione che m'invade il corpo.
Quella interna vorrei fosse labile
ma è improbabile, impossibile, non c'è spiraglio!
Adesso mi sorridi e te ne vai
mi manca il fiato nel chiamarti
provo ad alzarmi ma la contusione
mi fa sentire
come una tartaruga a pancia in su.
Chiedi la mia assenza? Te la do,
perché sai dove trovarmi se ne avrai bisogno.
Vorrei che il tuo passato fosse labile
è possibile se vuoi ed io ti aspetterò!
Perché lo sai che non ne ho
mai abbastanza di te!
È questo che mi fa debole…
Debole sarò, ma non colpevole,
nel pensare che un amore può ridare forza.
Quello che dico vorrei non fosse labile
ma dipende se l'ascolti con le orecchie o il cuore.

Sequestrato

(M. Amadori)

Seduto su una sedia, stanco e vuoto, correggo il titolo di una canzone
poi, mi accorgo che involontariamente e senza voglia
la mano parte come una mitraglia e scopro che sta scrivendo a te.
Mi butto a peso morto sul divano, poi lancio un urlo e vedo che la mano è lì
sul foglio ancora a scrivere.
Mi parla anche con l'alfabeto muto, e con il dito medio mi saluta,
"avevo barattato con il cuore ma con il corpo no!"
Ho gridato che tra noi è finita, il piede destro mi ha sferrato un calcio,
non son caduto solo grazie al braccio che agganciando la maniglia della porta mi ha tirato su.
Ma appena mi sono ristabilito un pugno dritto all'occhio mi è arrivato,
"ringrazio il cielo che c'è l'altra mano che è poetica".
Mi sento come un ricco sequestrato, se chiedo aiuto rischio il manicomio,
sono costretto momentaneamente a stare al gioco.
Sono terrorizzato, resto zitto, mi riavvicino al foglio
poi mi siedo e cerco di ricompormi un po'.
Ma se ti scrivo "amore mio sto male"
tu pensi "non c'è niente di anormale", ma adesso, il mio è un dolore fisico.
Non posso assecondare un braccio, un piede, che facilmente dovrei comandare,
la colpa è del cervello che si è messo in sciopero.
Qui ogni muscolo ora è autonomo e dentro ci sono io ancora incredulo
ma sempre più testardo.
"Mi ribello e non cedo!"
Mi convinco che tra noi è finita, il piede finta un calcio e con destrezza
mi manda giù, con un furbo sgambetto, lasciandomi attonito!
Mi alzo in piedi e un pugno dritto al naso vedo arrivare ma lo blocco in tempo
grazie alla mano che ha smesso di scrivere e poetica com'è mi aiuta un po'.
Poi vigliacca, inaspettatamente, può darsi che vedendomi si pente,
si attacca al collo, stringe, non respiro e allora mollo!
Ho passato ore di terrore, ho perso i sensi ma non la ragione
ed alla fine hai sequestrato il cuore
ma non pagherò nessun riscatto per riaverlo con me.
A un certo punto te ne disferai o sarà lui che si libererà
ovunque sia saprà la strada per tornare da me.
E se avrò cambiato via o città e tu avrai voglia di vedermi ancora…
seguilo, ti guiderà da me, ti porterà da me, arriverai da me...
...magari avrò due figli o tre!

Soverato

(G. Froio - M. Amadori)

Tu, mi hai visto uscire la prima volta da solo
mi hai accompagnato con le tue strade nel gioco, mi hai regalato nozioni e canzoni
dopo il tempo delle mele, mi hai lasciato andare
Mi hai aspettato con pazienza alla finestra cambiando senza me
Rimanere e sperare o andare e cercarti
Perdermi perderti incontrarmi o incontrarti
Ritornare nel mare capirmi capirti
nuotare nuotare affogarmi o affogarti
C'è chi ti ama e chi finge di amarti
chi rimane con te per continuare a lasciarti...
Quante sono state le persone che ti han domandato
Mi fermo qui?
Non rispondi tu rimani ad aspettare
Un ritorno, un'avventura, un altro addio, una censura
Hai ancora i miei anni i miei giorni i miei sogni
se mi fermo e ritorno saprò ritrovarti?
Ho ancora i tuoi anni i tuoi giorni i tuoi sogni
se mi fermo e ritorno saprai ritrovarmi?
Siamo lontani ma c'è gente che si sveglia accanto a te
ti adora o ti offende ma tu li aspetti con pazienza alle finestre

Quello che sento

(M. Amadori)

Quello che sento è un bruciore che parte da dentro
come un vortice m'investe e mi lascia indifeso.
Quello che sento è il respiro che non è costante
ora veloce ora lento è un tormento che mi lascia indifeso.
Indifeso davanti al tuo sguardo e al tuo modo di essere
indifeso davanti a me stesso davanti a te con me senza di te!
La tua voce acuta ormai è nota, una nota acuta ora è voce.
E sento che ti amo, lo grido
o vuoi che te lo dica piano?
Ma dov'ero quando tu già c'eri?
E sento che sei tu la donna giusta che aggiusta e rompe tutto in un momento
il tempo può solo guardarci.
E sento che il mio orgoglio ha fatto già il bagaglio
e spero vada via insieme al tuo.
Quello che sento è un sapore che va giù lento
che mi aspetta se non l'ascolto mentre sta scendendo.
Quello che sento è gratitudine ad un marzo monotono
ci regalò una sera da sogno e adesso siamo qua!
Stanchezza e gioia attraversate assieme
sotto le stelle chilometri di sole
sguardi sospetti s'incrociano nei giorni
e sotto il sole chilometri d'amore.
Ora il tuo corpo è come un'autostrada io su di te chilometri di calore
ed il pedaggio che vorrei pagare è quello di restare insieme a te.
La mia voce per te ormai è nota una nota lassù ora è musica.
E sento che ti amo lo grido o vuoi che te lo dica piano?
Ma dov'ero quando tu già c'eri?
E sento che sei tu la donna giusta che rompe e aggiusta tutto in un momento
il tempo può solo ricordarci...
E sento che mi sto spingendo troppo ma avverto che sei tu la donna giusta
il tempo può solo raccontarci!

Il Corsaro Nero

(E. Nascimbeni - M. Amadori)

Anche stasera mi sento solo
come quelli che se ne stanno con le mani in tasca
sui cavalcavia dell'autostrada
e se va bene ti salutano con la mano.
Non c'è più mia madre a rimboccare le coperte
non c'è più la voglia di toccare tette
e la notte arriva a tradimento
con un leggero alito di vento
alla finestra stelle di chissà quali mari
una luna imbambolata a guardar le astronavi
e chi mi salverà dalla paura di diventare grande?
Arriverà il Corsaro Nero
all'arrembaggio con il suo veliero
e giù botte da orbi ai furbi e ai creativi
e colpi di spada ai maturi e ai cattivi..
Arriverà il Corsaro Nero
con l'occhio bendato e lo sguardo fiero
butterà nell'oceano quelli che mi hanno tradito
e poi insieme nel sogno di un viaggio infinito…
Anche stasera c'è un gabbiano infelice
Babbo Natale l'hanno preso a sassate
il gatto Silvestro ha le ore contate
e il mio cuore batte più forte di un tuono.
Stringimi amore non lasciarmi tremare
questa notte da lupi dovrà pure passare
stringimi amore non lasciarmi invecchiare
ti prego stringimi e fatti sentire
accarezzami piano perché vada lontano…
ho bisogno solamente d'amore
e chi me lo darà, chi mi farà ancora giocare?
Arriverà il Corsaro Nero
all'arrembaggio con il suo veliero
e giù botte da orbi ai furboni e ai ladroni
e colpi di spada ai cattivi e ai ruffiani…
Arriverà il Corsaro Nero
con l'occhio bendato e lo sguardo sincero
butterà nell'oceano quelli che mi hanno tradito
perché il sogno continua, non è mai finito…

Fuori di tempo

(M. Amadori)

Fermati un attimo non ne posso più,
mi stai sfuggendo dalle mani, mi bruci i giorni come la miccia di una bomba!
Sto cercando un'identità ma non me ne dai la possibilità,
fammi riposare, fammi respirare, fammi andare al cesso... non vado da giorni.
Fermati un attimo o almeno rallenta che ho già il fiatone,
mi trovo in una confusione ed in posti dove non son stato mai.
Chi mi c'ha portato, chi muove i miei passi?
Nella mia strada vedo l'asfalto a scacchi e incontro torri, cavalli, alfieri e Re...
Regine, tutto sesso, consumano il mio corpo ed io mi ritrovo a sfogare, sfogare la rabbia di un amore
e notti fredde ed umide e giorni tutti uguali, porte che non si aprono, lunghi corridoi,
sempre le stesse facce e quel sorriso artificiale, sono in un labirinto e non so venirne fuori,
ditemi almeno che giorno è!
Fermati un attimo e dimmi se in questo mondo che fa baccano
riesco a dire anch'io la mia.
Sto cercando di correre ma tu sei un fulmine a ciel sereno
bruci la vita, non mi fai vivere.
Vivere, per capire dove sbaglio, per capire se l'amore è un rebus.
Vivere fino all'ultimo respiro senza questa confusione
che mi assale e mi fa andare fuori...
Fermati un attimo non ne posso più, mi stai sfuggendo dalle mani
come il sapone che schizza via quando mi lavo.
Sto cercando la mia libertà ma non la trovo, chissà dove sarà,
fammi riposare ma non te ne andare devo andare al cesso, non vado da giorni!
Fermati un attimo non ne posso più...
Ti prego fermati o almeno rallenta...
Fermati sono ormai fuori di me, fuori di te, fuori di tempo!

Le tue frequenze

(M. Amadori)

Non sono mai riuscito a consigliarti o a darti forza con amore,
sarà che penso troppo e tutto quello che poi ho dentro non l'esprimo
do sempre per scontate troppe cose e di scontato non c'è niente
lo sconto lo fa solo il commerciante ma sa prima a quanto vende.
Lo senti, non riesco a concentrarmi e dico un sacco di cazzate
vorrei riconquistarti e mi nascondo alzando barricate
lo faccio per difendermi da te che metti a nudo i miei difetti
ma se dovessi farlo io con te in un confronto vinceresti.
Ora sono qui a parlarti e non so cosa voglio anzi, sì lo so vorrei restare
e amarti senza niente in cambio.
Non son più capace solo a dare ho bisogno anch'io di un po' d’amore
mi rimane solo ricordarti, con un pensiero o una canzone!
Un numero, un telefono, un motorino, la libreria
un cinema, un bacio al buio, poi a casa tua.
Sintonizzarmi sulle tue frequenze ha dato alle mie orecchie nuova musica
da tempo non trasmetti più programmi e dove sono quelli tuoi con me!
Sono ancora qui a parlarti con i miei silenzi tu non puoi ribattere
ti rimane solo d'ascoltarli.
Penso che un discorso serva a poco so che ti è difficile capire
sono combattuto con l'andare o rimanere qui a suonare per te,
ancora una volta per te...
Ho finito tutte le risorse ora smetto anche di aspettare
quello che vorrei è la forza di voltarmi e andare!

Il mio istinto

(T. Falgares - M. Amadori)

Il mio istinto è una macchina scassata
ferma ad uno stop in un crocevia di sensazioni
che mi trascinano fuori lungo strade di cartone
qual è la direzione giusta per me?
Il mio istinto è al di là di questo ponte
il caso o il destino cerco il mio cammino
c'è chi mi vuole prepotente chi spintona tra la gente
chi se ne frega niente vecchia storia da sempre
il mio istinto, il mio istinto è vedere
vedere cose sfocate
la mia miopia non fa veder chiaro
se per la strada del successo si viaggia contromano
il controllo sulle cose impigrisce i curiosi
il controllo sulle cose è ripiego per gli ansiosi.
Il mio istinto è incontrare gente vivace
scurvare in moto con le ginocchia arrotolate
disegnando l'asfalto per stare dietro la scia
cambiare di fretta il posto per seguire di colpo...
Il mio istinto, il mio istinto è vedere…
Il mio istinto è una macchina scassata
ferma ad uno stop in un crocevia di sensazioni
che mi trascinano fuori lungo strade di cartone
qual è la direzione giusta, quale?

Vi racconto una storia

(G. Froio - M. Amadori)

Ciao,
e le parole le rimasero tra le labbra
e il bacio che uscì dalla macchina insieme a lei.
Fece finta di voltarsi ma le chiavi le aprirono il portone e lei entrò.
Per rendersi conto che era vuoto e che questa volta sarebbe salita da sola
perché ormai lui non aveva più niente da dirle.
Quando riaprì gli occhi nel portone
e non ci trovò più lì il suo amore... salì le scale.
Cercò dentro casa un po' di tempo ma lo vide andare troppo lento per aspettare.
Gli parlò, gli chiese se poteva accelerare se poteva ancora trasportare l'abitudine
e le sue paure come se...
Come se non fossero le sue, come se non le avesse mai viste
e le volesse vivere per due.
Si affacciò sulle luci tenui della strada appoggiata addosso a quel balcone,
parlò per ore alla città che faceva finta di ascoltare,
che le rinfacciava il suo dolore, parlò di se... le disse che...
Che sarebbe scesa con più calma,
che avrebbe rinunciato alla sua rabbia per quel portone.
Così rientrò, mise i suoi vestiti sul divano
e percorse il vuoto un po' più piano in contromano.
Le sfuggì dalla sua emozione un po' di pianto ma le sensazioni erano stanche
per spiegarle nuda alla sua stanza perché…
Perché là aveva già cantato a bassa voce
aveva anche smorzato un po' la luce
aveva chiuso gli occhi con amore.
Si rivestì, confuse il tempo e le parole
decise di mostrare il suo dolore alle persone
e chiese se ci fosse qualche come al suo perché
ma vide chiaramente che era lì dentro di se, tutto per se.
Affrontò le scale un po' alla volta
incontrò altre labbra sulla porta ormai riaperta.
Le disegnò con le sue matite sul cartone, le mise tra i suoi fogli
e le richiuse senza un perché davanti a se. (musica)
Ora è lì a guardare in faccia il suo cartone
a raccontargli senza troppa fretta le sue paure.
Le rivivrà ancora con le mani sul divano
urlando il suo silenzio in uno specchio
che la vedrà e la capirà.

Prodotto e arrangiato da Claudio Procopio e Michele Amadori. Pre-produzione "Nei Pressi" di Milano. Co-produzione Stefano Marra. Registrato e missato su 8 tracce da Claudio Procopio presso S/N Studio Davoli Mare. Assistente di Studio Carmelo Virtuoso. Service L/R Audio. Illustrazione di copertina e progettazione grafica di Laura Lupo. Videodesigner Rocco Cosentino. Prestampa - Publigram - Roma. Foto di Tony Zecchinelli.
Ritorna a cantare

(G. Froio - M. Amadori)

Ma lascia stare
riapri la bocca e ritorna a cantare
ma che sperare
lavati gli occhi e ritorna a guardare.
Ci sono più lupi che angeli in mare
ci sono più fari che lucciole ormai
ci sono più suoni di freni e motori
che note nascoste tra sguardi e parole.
Ma lascia stare
riapri la porta del tuo vecchio cuore
senza rancore
dagli due colpi e saprà ripartire.
Ci sono più lupi che angeli in mare
più telefonini che grilli a cantare
ma prendi due borse e ritorna a sognare
c'è là "La corriera" che sta per partire.
Il sole è più rosso di quanto lo è lei
e i lupi aspettano
che cali la notte per poterla azzannare…
ma tu abbassa il fucile e lasciala andare
che ci sono più lupi che angeli ormai
lo saprà anche lei.
Ma lascia stare
riapri la bocca e ritorna a cantare.
Ci sono più lupi che angeli ormai!

Per te canterò

(M. Amadori - G. Froio - M. Amadori)

Cacciatori di taglie che fanno la spia
buffoni di corte senza compagnia
mercanti di pelle affiliati alla CIA
dottori invasati dalla malattia…
Vi prego andate via!
Volevo parlare con l'anima mia
(ma è già andata via)
volevo seguire chi lascia la scia
(ma è scappato via)
volevo cantare con te "Ahi Maria"
mi hai detto: "Domani alla solita via".
Stregoni nascosti dalla Polizia
cantanti annegati nell'editoria
commesse sfruttate dall'ipermania
attori distrutti dalla gelosia...
Vi prego andate via!
Seguivo le tracce di una poesia
(ma l'han buttata via)
seguivo una donna sulla ferrovia
(ma è scesa e andata via)
dovevo cantare con te a Porta Pia
portai la chitarra ma in fondo alla via
con Berta con Gianna tra Mary e Lucia
ti vidi sfrecciare e sei andato via
e sei scappato via.
Cacciatori di taglie che fanno la spia/buffoni di corte
senza compagnia
mercanti di pelle affiliati alla CIA/dottori invasati dalla malattia
stregoni nascosti dalla Polizia/cantanti annegati nell'editoria
commesse sfruttate dall'ipermania/attori distrutti dalla gelosia
per cortesia, vi prego, andate via!
Ed ora che tutti sono andati via
mi devi quel canto che giù a Porta Pia
lasciasti in sospeso in fondo alla via
dai suona e a due voci cantiamo Ahi Maria!
"E quando tramonta il sol una canzone d’amor
da Baja a Salvador oh Maria per te canterò".
(tratto da Ahi Maria di RINO GAETANO)

Luce

(F. Mirarchi - M. Amadori)

Per una vita ho vissuto a tentoni
ho udito senza udire i suoni
ho parlato ma mi sono illuso di parlare
vivevo chiuso come dietro ad una campana di vetro…
Come gli animali del mondo intero
ho sempre visto in bianco e nero.
Poi tu hai sollevato la coperta del mio passato
ed ora sento ed ora parlo ed ora vedo ed ora vivo!
Al tuo amore aggiungo il mio ed è pace
al tuo colore aggiungo il mio ed è luce.
Per una vita ho vissuto a memoria
ho toccato senza toccar la storia
mi son fidato e non ho cercato
mai le prove dei miei bisogni
barattati per una manciata di sogni…
Poi tu il mio palato con la lingua hai levigato
ed ora sento ed ora parlo ed ora vedo ed ora vivo!
Al tuo amore aggiungo il mio ed è pace
al tuo colore aggiungo il mio ed è luce.
Io sono il rosso sono il giallo sono il blu
il verde l'indaco e il violetto sei tu.

La bici rossa

(M. Amadori)

Ed ora che sei andata via portandoti i miei jeans
nel buio hai fatto chiasso e confusione
lasciando i tuoi che sono a fiori sul comò
io mi ritrovo solo senza te e praticamente in mutande
è strano ma l’unica cosa che avverto
è un freddo assurdo alle gambe
…Le mie gambe muscolose da ciclista
mi ricordano le corse con la bici rossa
quanto tempo è passato quante strade ho percorso
sognando di essere un campione
guardavo Coppi alla tv.
Ed ora che sei andata via lo sai cosa farò?
Scendo giù in cantina e la rispolvero
la mia Ferrari a due ruote che la gente m'invidiava
ma che ora è una tra le tante
io qui parlo ma son sempre in mutande
e sento ancora un freddo assurdo alle gambe
…Le mie gambe muscolose da ciclista
mi ricordano le corse con la bici rossa
quanto tempo è passato quante strade ho percorso
sognando di essere un campione
guardavo Coppi alla tv. (musica)
Le mie gambe muscolose da ciclista
mi ricordano le corse con la bici rossa
quanto tempo è passato quante strade ho percorso
sognando di essere un campione
alla tv guardavo Coppi…
"A voi na bicicletta?"

Intanto piove

(M. Amadori)

Questa pioggia mette addosso agitazione
forse sto delirando ma avverto nell'aria
un incontro un telefono o quella fotografia
che da tempo ormai aspetto parli con me
ma rimane muta e immobile.
Anche il cane oggi pare ubriaco sembran le sei
ma giuro è mezzogiorno
e del sole non si vede nemmeno l'ombra
e non c'è ombra senza sole.
E ti cerco poi ti trovo e ti perdo poi mi perdo
ma cos’è maledizione cos’è.
Intanto piove piove piove che Dio la manda
chissà se viene viene ma Dio non la manda
o forse sono solo io spero sia così
o sarà lei ma certo è lei che vuole sia così… E così sia!
La pioggia ora cade più forte c'è una bufera dentro me
i rimpianti li spazza via il vento
le paure e le ansie sono allagate ormai
si è lavata anche l'anima.
E l'acqua scende scende ma il morale sale su
combatto gli ultimi fantasmi
ed i vetri alla finestra si appannano
ma ai miei occhi è tutto chiaro ormai.
E mi vesto ora esco mi bevo quattro piani
corro per strada a respirare un po'.
E ancora piove piove piove che Dio la manda
senza una meta vado dove Dio mi manda
e sono già con l'acqua che mi arriva al collo
ma si è felici anche con niente
io sono vivo rido canto ballo!
Dribblo le macchine qualcuno dice:
"Ha fuso col cervello".
Sul marciapiede una donna combatte
e ha la meglio sul suo ombrello
e stanco fradicio e felice me ne torno a casa
mi asciugo e chiudo al pianoforte la giornata!

Scusa sai se...

(G. Froio - M. Amadori)

Pensavo fosse andata uscita fuori dal mio blues
pensavo di trovarla dietro un altro mio tabù
pensavo mi sparisse tra le porte di un motel
pensavo che volesse ancora un altro décolleté.
Voleva che ascoltassi solamente funky o jazz
voleva che bevessi un'altra tazza del suo tè
diceva in ogni istante: "Oh ma tu non ci sei mai!"
cercava di bruciare i miei dischi ed il mio hi-fi.
In fondo era uscita era andata solo fuori
ho bisogno ripeteva di trovare i miei colori
ma so che li cercava dentro i dischi di Amadori!
Parlava dei suoi libri dei suoi sogni dei suoi film
parlava delle botte che si prendono sul ring
parlava delle stelle disegnate sui foulard
per non parlare degli oggetti abbandonati nei bazar.
Sognava di saltare sui cavalli dei cowboy
sognava di incontrare le prodezze dei suoi eroi
guardavo le sue foto con quell'aria un po' naïf
cercavo di bloccarla tra le mura di una suite.
Ma in fondo era uscita era andata solo fuori
ho bisogno ripeteva di correggere i miei errori
ma quello che cercava ne ebbi conferma
quando a cena fuori mi disse:
"Amore scusa, sai se è uscito
l’ultimo album di Michele Amadori?"

Canzone cattiva

(M. Amadori)

Ho provato a farti volare ma tu hai sempre detto:
"Senza ali non si può fare" e non hai capito
che con l'amore tutto era possibile
io ci credetti e m'innalzai nel cielo
dormii su nuvole sotto la luna
giocai con stelle e mi scaldai col sole
tu ripetevi ogni volta "ti amo"
ma io volavo da solo!
Bimba hai paura di volare
paura di sognare
di abbandonare tutto.
Bimba hai paura di volare
paura di sognare
per una volta chiudi gli occhi e seguimi.
Ho tentato a dirti riproviamo
ma tu indifferente
hai fatto finta di non sentire
così dal cielo comincia a cadere.
Senza ali non si può volare
ed io le mie non le avevo più
passava un aereo e lì planai.
Sai, in qualche modo io continuo a volare
in qualche modo io continuo a volare…
ma tu non volerai mai!

Sei uno di loro

(F. Calderoni - M. Amadori)

Se ti domandano tu cosa fai per evitarlo
se ti domandano tu cosa fai per fare in modo
che ogni cuore sia più uomo che ogni notte ci sia la luna
a illuminare un giorno nuovo per fare in modo che l'amore
non sia più solo rubare…
Se ti offrono coppe amare
tanto ne hai già mille da sputare
tu manda la pubblicità.
Se tu rispondi sei uno di loro
sei solo una voce fai parte del coro
allora li lasci e rimani da solo
da solo d'accordo ma certo più uomo.
Se ti domandano tu cosa fai per evitarlo
se te lo chiedono dicci perché non glielo dici
che non ti basta essere solo amici
che l'amicizia non fa male
come gli occhi di chi non vuole fare in modo che l'amore
non sia più solo aspettare…
Se ti offrono parole tanto nessuno sa ormai più parlare
tu manda la pubblicità.
Se tu rispondi sei uno di loro…
Se ti domandano, tu cosa fai per non rispondere
se te lo chiedono spegni la tv. (musica)
E se ti dicono che oramai non puoi evitarlo
se ti ripetono che non c'è un modo
perché ogni cuore sia più uomo perché ogni notte ci sia la luna
ad intonare un canto nuovo tu farai in modo che l'amore
non sia più solo rubare…
Se ti offrono dolci droghe tanto tutti le sanno usare
tu manda la pubblicità.
Se tu rispondi sei uno di loro…

Due per me

(F. Calderoni - M. Amadori - M. Amadori)

Chissà che cosa pensi cosa sogni
se adesso dormi e se mi sognerai
voglio camminare su di te non sull'asfalto duro
alba rossa all'improvviso hai acceso il mio mattino buio.
Dietro al finestrino di quel treno tu vedrai
gli alberi ed il mare passarti davanti al cuore
e forse su qual treno che ti sta portando via
ricorderai che per un solo attimo sei stata mia.
Ma due bicchieri vuoti sono troppi anche solo due per me
e quei due amori insieme sono troppi anche solo due per me
ma va bene così un cuore parte io resto qui
è stato bello forse finirà è stato bello forse è già finita.
Chissà che cosa dici chissà a chi lo dirai
chissà quale sarà la prossima cosa che farai
il tempo ci ha incontrati siamo andati incontro al tempo
ma il tempo non ci viene incontro e non torna indietro mai.
Come vorrei che queste mie mani
le avessi tu e che ti stringessero per ore
poggiale a un piano prova a dire due parole
e per magia mi canterai una bella canzone d’amore.
Ma due bicchieri vuoti sono troppi…
Ma chissà amore dove sei chissà perché io canto
canto a bassa voce come se mi fossi accanto
vorrei adesso che ogni istante tuo diventasse mio
vorrei sapere se provi adesso quello che provo io.
Ma due bicchieri vuoti sono troppi anche solo due per me
e quei due amori insieme sono troppi anche solo due per me
ma va bene così un cuore parte io resto qui
è stato bello forse finirà è stato bello forse è già finita qua!

Ma che m'importa

(M. Amadori)

Ma che m'importa se non ci sei più
cosa vuoi sia un altro amore andato
ormai da tempo faccio pugilato
incasso bene e sai che so difendermi.
Più volte sono andato giù a tappeto
ma son riuscito sempre a rialzarmi
ed ogni volta ero sempre più lucido
ho ancora qualche livido… Ma sparirà!
Ma che m'importa se non ci sei più
ma cosa importa ormai di chi governa
non faccio caso neanche alla tv
ora vivo come non fai tu.
E che m'importa se non sarò ricco
m'importa solo d’essere felice
è uguale in villa o con le pezze al culo
se ho il mio piano per suonare.
Suonare suonare quello che mi pare
e per chi mi pare senza stare a pensare
cantare cantare sottovoce o urlare
schiavo di nessuno chi vuole può ascoltare e poi…
Sai che m'importa se la mia musica
non è la musica che piace a te
questa è la musica che detta l'anima
ed è la musica che piace a me.
Senti che musica senti che forza
è la stessa che ho avuto quando sei andata via
e ti aspettavi che sbarrassi la porta
ma è stata solo una tua fantasia.
E che m'importa se non sarò ricco
m'importa solo d'essere felice
è uguale in villa o con le pezze al culo
se ho il mio piano per suonare.

Pensato, scritto e cantato da Michele Amadori. Arrangiato da Michele Amadori e Claudio Procopio. Registrato e mixato da Ezio Belcamino. Fotografato da Sergio Marotti. Pubbliche Relazioni di Frank Teti. Edizioni Fagi - Sparaco Roma. Registrato nei mesi di Ottobre e Novembre 1994 presso lo studio S/N - Davoli Mare. Artwork Studio "EFFE & DI" Roma. Prodotto e voluto da Enzo Gioviale.
Intro

(M. Amadori)

Si sta per partire non ti tirare indietro
adesso, è tutto pronto!
Lascia i dubbi e le incertezze,
fuori, il mondo, è curioso di sapere chi sei.
Non esagerare, la paura?
Beh, quella lì è normale
ma tu mettiti a cantare e vedrai che passerà!

Come siamo strani

(M. Amadori - D. Aspro - M. Amadori)

Come siamo strani,
vorremmo tutti salvare il mondo con le nostre mani,
un mondo marcio fatto di uomini eccezionali
che piano piano ce l'hanno messo senza farci male.
Come siamo strani,
sprechiamo frasi ma portiamo le borse e stringiamo le mani,
sporche di polvere di stelle, polvere da sparo,
le mani che hanno cucito bocche che cantavano.
Ma come siamo strani,
sempre pacifici quando c'è da ribellarsi
e poi di scatto diventiamo degli animali,
ad un semaforo, a casa, in ufficio,
per gelosia o in uno stadio.
Per sopravvivere un po' moriamo dentro di noi
lasciando a terra poi, tristi carcasse di eroi.
Per sopravvivere moriamo dentro di noi
e brucia un po' questa passiva complicità.
Come siamo strani,
paladini dei diritti di chi vive male,
sempre pronti nelle piazze a commiserare
e poi magari ci vendiamo per trenta denari.
Ma come siamo strani,
di "Ciao amico" son piene le nostre giornate,
ma verso una mano tesa ad implorare
guardiamo pietosi e diciamo di avere da fare.
Per sopravvivere un po' moriamo dentro di noi
lasciando a terra poi, tristi carcasse di eroi.
Per sopravvivere moriamo dentro di noi
c'è da decidere se una voce il silenzio squarcerà!

Un giorno qualunque

(M. Amadori)

Si sentono i primi rumori e Roma comincia a svegliarsi
mentre io vorrei tanto dormire dopo una notte passata a pensare.
A pensare, a pensarmi, a pensarti, a pensarla con tanta passione,
escogitare qualcosa per noi, per un futuro buio da illuminare.
Se nei pensieri c'è posto per lei non è soltanto colpa mia
tu con gli attacchi di gelosia, dieci ore tristi ed una d'allegria,
che hai bisogno sempre di conferme e non ti accorgi che mi stai perdendo,
mi stai perdendo in un giorno qualunque
che per ognuno è sempre un po' diverso…
Ed intanto i rumori crescono e Roma è la Roma di sempre,
milioni di gambe che corrono, milioni di facce senz'occhi.
Ed io coi miei occhi bugiardi mi guardo e faccio finta di niente
ormai ubriaco perso di sonno spengo i pensieri per dormire un po',
ma c'è la sveglia, maledetta sveglia, ad avvisarmi che è ora di alzarsi,
lei non lo sa di questa notte passata di guardia
a pensarla, a pensarmi, a pensarti!
E vorrei fosse un giorno qualunque questa notte non è stata così
e vorrei fosse un giorno qualunque ma oggi tutto mi appare diverso
oramai non è un cielo qualunque quest'azzurro che mi sta a guardare
e vorrei fosse un giorno qualunque ma ogni giorno appartiene a qualcuno!
Si senton strane pulsazioni di un cuore pronto a liberare
le insicurezze, le indecisioni, di una notte passata a pensare.
A pensare, a pensarmi, a pensarti, e trovar solo una soluzione,
mettere fine a una storia sbagliata, di litigi, sbadigli e finzioni.
Un vento gelido di un maggio di sole ha messo a nudo tutte le verità,
i tuoi "ti amo" ripetute bugie… e la mia voglia di libertà.
E vorrei fosse un giorno qualunque questa notte non è stata così
e vorrei fosse un giorno qualunque ma oggi tutto mi appare diverso
oramai non è un cielo qualunque

La Rover di Conte

(D. Calderoni - M. Amadori)

Stai più attenta su, stai più attenta dai,
non ti accorgi che il gelato mi va sulla moquette?
Stai più attenta, stai più attenta,
non ti accorgi che il gelato sporca!
La mia Rover non conta più di te
ma mi è costata un anno
di risparmi, straordinari, di cambiali
e l'ho comprata per te,
si, l'ho comprata per te.
Stai più attenta su, e stai più attenta ehi,
non ti mettere lo smalto che poi va sulla moquette
stai più attenta, stai più attenta,
non ti mettere lo smalto che poi sporca!
Tu sei pigra, non ti va di camminare
ti muovi solo in auto
per la spesa, per vederti con le amiche…
E l'ho comprata per te
sì, l'ho fatto per te.
Farlo in casa ti secca far le scale
potremmo farlo in auto
un'ora di passione, di terrore,
far l'amore senza cuori ne cuscini
ne una lampada indiscreta…
E lo faccio per te, lo faccio solo per te.
Dimmi cosa fai, non ti muovere
non ti accorgi che se muovi sporco la moquette?
Non se ne può più, io ti lascerò
non sbucciare noccioline
mentre stai al buio con me!

Ah le donne!

(G. Froio - M. Amadori)

No, non credo d'aver sbagliato
so solamente che un'amicizia supera qualsiasi livello d'amore
perché come un cuore si apre si può anche richiudere.
Ma se il cuore di un altro ti diventa amico non lo puoi tradire
sarebbe come togliere un raggio al sole
e ricordati che qualsiasi sole
è capace di spegnersi ed è capace di piangere.
No, non ti ha superato
perché le labbra di una donna
non valgono i mille colori del sorriso di un amico
anche perché il calore di un corpo
non ha il colore di un discorso
anche perché il calore di un corpo
non cancellerà il tempo trascorso insieme.
Ah le donne le donne le donne
maledette le donne!
Ah le donne le donne le donne
come sono le donne!
No, non credo d'aver sbagliato
so solamente che un'amicizia non merita di essere graffiata
perché in ogni cuore c'è un'anima
e in ogni anima c'è un amore.
Ma un'anima da dividere in due deve esser solo coccolata
sarebbe come lasciare una nave al mare
e ricordati che qualsiasi mare
è capace di far male!
Ah le donne le donne le donne
maledette le donne!
Ah le donne le donne le donne
come sono le donne!

Via da qua

(M. Amadori)

Io posso dire che riesco a fare a meno di te,
ho gli amici, il lavoro e un gilet che quando lo indosso divento irresistibile,
e c'è sempre una donna che vuol stare con me, solo una sera, poi la mando via,
non ho bisogno di compagnia e poi non ti somigliano neanche un po'.
Io posso dire che riesco a fare a meno di te, a pranzo mi distruggerò in un fast-food,
hamburger crudi e patatine fritte, ketchup, formaggi ed insalate miste.
E quando a sera a casa rientrerò, dentro l'armadio io cercherò
i tuoi respiri dentro ai maglioni ed i capelli sui miei giacconi,
sui fogli sparsi i mille ti amo, ma allora perché non fuggiamo…
Via da qua, dammi la mano e andiamo via da qua dimentichiamo e andiamo via
e se c'è l'isola dei sogni io ti regalerò quell'isola!
Sono riuscito per due notti a fare a meno di te
mi son bastati una chitarra e due amici
mi sono accorto che cantavo alla luna una canzone che parlava di te,
con le parole sempre un po' sbagliate ma in fondo erano tutte le tue,
non ho bevuto e non ci vedo doppio, mi sono arreso prestami un gettone,
se mi riesce ancora a fare il numero allora ti richiamo e andiamo, ce ne andiamo...
Via da qua, dammi la mano e andiamo via da qua dimentichiamo e andiamo via
e se c'è l'isola dei sogni andremo a stare su quell'isola!
Io posso dire che riesco a fare a meno di te
ma sai benissimo che è una bugia
sarei un pazzo a cercarti ancora, lo so che non ti troverei.
E allora sarà il tempo a farci rincontrare
e sarà sempre lui che può farci scordare le notti magiche di un concerto
e quelle intense a far l'amore in un letto
le troppe ore perse a litigare, ma adesso è tardi io devo andare…
Via da qua, si, lascio tutto e vado via da qua
ci rivediamo e vado via
e se c'è l'isola dei sogni io vado a stare su quell'isola!

Io e te

(M. Amadori)

Io e te due poli opposti siamo
io e te due cuori diversi abbiamo
io che m'innamoro facilmente delle donne
e tu innamorato a vita solo di lei… che hai perso!
Io e te sembra una storia d'amore
io e te due amici quasi per caso
quando si va assieme a donne poi
tu lo scemo ed io il playboy, però…
Tu te ne fotti e fotti quasi sempre
io me ne strafotto ma non fotto mai
tu che non le chiedi neanche "come ti chiami?"
un saluto un arrivederci e lei ti cerca domani!
Io e te segreti non abbiamo, o sì?
Tu il pensiero che io trasformo in musica
tutt'e due con una voglia pazza di volare
tu sballato ti sei lanciato dalle scale, che male!
Tu ragazzo Generoso
io (ragazzo Micheloso) tipetto un po' nervoso
ma lasci la tua faccia in ogni posto che vai
ed io metto le mani per nascondere la mia, ma che figura!
Ma tu te ne fotti e non pensi alla gente
non ti nascondi dietro nessun alibi
io che bado troppo ad essere gentile e perfetto
ma ora me ne fotto e fotto anch'io con te, amico.
Sotto quale stella noi c'incontreremo ancora
per cantare come pazzi nel buio della notte
da soli, ancora, mille strade solcheremo
veloci come il vento bruceremo
il tempo
non cancellerà i giorni chiusi in casa
a scrivere canzoni e far progetti
le corse in riva al mare aspettando il sole nascere
oggi è un nuovo giorno, amico!

Spero sia tu

(G. Froio - M. Amadori)

Ma chi ti ha fatto entrare?
Mi ero nascosto mi ero chiuso mi ero sbarrato
ma mi hai sorpreso mi sono voltato
e quel mare che hai dentro agli occhi
mi ha fatto sbandare.
Visto che insisti…
Spero sia tu a spalmarmi le note di questa canzone
nel mio letto un po' freddo
per una strana follia.
Spero sia tu a scandirmi le note di questa canzone
nel silenzio più intenso quando l'anima è via
quando l'anima è via!
Comunque potevi anche bussare
stai tranquilla
no, non avrei aperto
forse perché ero morto.
Ma tu non hai parlato
non mi hai ascoltato
e quel mare che hai dentro agli occhi
mi ha fatto sognare.
Spero sia tu a spalmarmi le note di questa canzone
nel mio letto un po' freddo
per una strana follia.
Spero sia tu a scandirmi le note di questa canzone
nel silenzio più intenso quando l'anima è via
quando l'anima è via!

La corriera

(M. Amadori)

Sono fermo da anni
in questo piccolo posto del mondo
aspettando la corriera che mi porti via
sono fermo da tempo con le valigie in mano
aspettando la corriera
"I will leave my home".
Tante ne sono passate
quante braccia alzate a salutare
ma di queste mai nessuna che andasse per la mia strada.
Tanti i consigli tante le persone sagge
"Sali su questa poi vai dritto"
sicuramente mi sarei perso.
Sono fermo da tempo con le valigie in mano
aspettando la corriera
"I will leave my home".
Ma se potessi andare dove portano i miei sogni
ti vestirei di gioia amore e fantasia.
E quanti canti quanta musica quanta poesia
questo piazzale vuoto mette nostalgia
degli anni passati in compagnia
di gente che non so più dove sia.
Tanta gente è andata via altra è arrivata dal nulla
e in questo posto di terra fertile e mare
sta emergendo solo fango
quante volte a salutare i miei cari genitori
Sta arrivando la corriera!
Falso allarme Joe.
Sono fermo da anni in questo piccolo posto del mondo
aspettando la corriera che mi porti via
i miei occhi sono stanchi di guardare altri occhi spenti
Sta arrivando la corriera!
"I will leave my home".


Questi sono i musicisti
che in questi anni hanno dato colore
alla mia musica suonando per me...

Andrea Filippucci
Francesco Baronetti
Gabriele Merone
Enrico Pitaro
Marius Pirlitescu
Primiano Di Biase
Alberto Lombardi
Pierpaolo Ranieri
Andrea Romani
Fabio Fraschini
Mario Gentili
Marco Rovinelli
Maurizio Mariani
Stefano Scarfone
Pino Iodice
Franco Catricalà
Alessandro Polifrone
Angelo Adamo
Pino De Fazio
Fabrizio Leo (Bicio)
Andrea Polidori
Alessandra Gambini
Diego Fabbri
Simone Bertolotti
Mario Cavallaro
Antonio Politano
Flaviano Braga
Giandomenico Stumpo
Paola Caridi
Enrico Granafei
Vito Cristofaro
Rudy De Giorgio
Gigi Giordano
Gegè Fregola
Roberto De Giorgio
Ted Riverso
Ciro Sportelli
Francesco Battaglia
Frida Norberg
Giuseppe Staglianò
Gennaro Varlese
Claudio Procopio
Fabio Grande
Pietro Grande
Saverio Varano
Antonio Gallello
Roberto Calabrò
Salvatore Romano
Gianfranco Pisano
Domenico Calderoni
Chiara Brauer
Gianluca Molè
Simone "Federicuccio" Talone
Giuseppe Tortora
Sergio Vitale
Carlo Micheli
Ambrogio Frigerio